Samuel Taylor Coleridge, The Rime of the Ancient Mariner (La ballata del vecchio marinaio)

The Rime of the Ancient Mariner, conosciuto in Italia con il titolo de “La ballata del vecchio marinaio”, è un poema breve scritto da Samuel Taylor Coleridge e pubblicato nel 1798 nell’introduzione della raccolta Lyrical Ballads scritta in collaborazione con un altro grande poeta: William Wordsworth. Le Lyrical Ballads vengono a ragione considerate il vero manifesto del romanticismo inglese in quanto in esse e in particolare nella prefazione all’edizione del 1800, Wordsworth esplicita le sue teorie, pienamente condivise da Coleridge, riguardo la poesia, definendo il poeta “un uomo che parla ad altri uomini”.

The Rime of the Ancient Mariner racconta, nelle sette sezioni nella quale è divisa, la vicenda fantastica di una maledizione che cade su una nave e il suo equipaggio dopo l’uccisione di un albatro da parte di un marinaio. L’uccisione dell’Albatro ha una valenza fortemente simbolica, rappresenta la rottura del legame tra l’uomo e la natura, tra l’uomo e Dio. La punizione sarà durissima in quanto tutto l’equipaggio della nave morirà tranne il marinaio reo. Perché il vero colpevole verrà salvato? Semplicemente perché dovrà espiare la propria pena vivendo e raccontando agli altri l’accaduto, questo non prima di aver compreso la sua grave colpa. Questo poema, con il suo carattere soprannaturale e assolutamente innovativo diverrà una inesauribile fonte di ispirazione per molti altri lavori e non soltanto in campo meramente letterario. Nel settembre del 1984 un gruppo heavy metal britannico, gli Iron Maiden, pubblicherà un album, dal titolo Powerslave, contenente una traccia con lo stesso titolo dell’opera di Coleridge. Il pezzo è perfettamente coerente con la ballata originale ed il risultato davvero strabiliante: in meno di quattro minuti la band riesce a sintetizzare perfettamente la trama e a ricreare quel senso di mistero e spiritualità contenuto nel poema.

Diversi anni dopo un gruppo, stavolta irlandese, prenderà come fonte d’ispirazione un altro grande poeta, inglese del diciottesimo secolo: William Blake, per la pubblicazione di ben due album : ”Songs of Innocence” (2014) e “Songs of Experience” (2017). Lo stesso Blake aveva precedentemente ispirato un’altra immortale band: i Doors.
“If the doors of perception were cleansed every thing would appear to man as it is, Infinite. For man has closed himself up, till he sees all things thro’ narrow chinks of his cavern.”
(William Blake)

 

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