“Giovanna e le altre” (Daimon Edizioni) è una raccolta di racconti brevi che nell’insieme costituiscono un romanzo che in un certo senso è il proseguimento della prima opera dell’autrice Simonetta Borghi, “Fuori tempo e fuori posto”.
Chi conduce il lettore durante la narrazione in entrambi i casi è Giovanna, la protagonista, personaggio a cui ci si affeziona facilmente per la sua spontaneità, la freschezza e la purezza dei sentimenti che trasmette. L’elemento portante è l’amore in tutte le sue sfaccettature. Amore filiale, amore per le proprie radici, amore per la scrittura, amore per sé stessi, amore come collante di una profonda amicizia e poi senza ombra di dubbio, amore di coppia.
Giovanna è alla ricerca dell’amore con l’A maiuscola, ma intanto nell’attesa impara ad amarsi, a volersi bene facendo le cose che le piacciono organizzandosi da sola. Così riesce ad organizzare una vacanza in Salento senza dover ricorrere all’aiuto di un suo ex, vincendo lo scetticismo delle amiche e l’insicurezza di fondo che la contraddistingue. Nel viaggio porta con sé suo figlio Simone, adolescente in fase di crescita e di scoperta di sé stesso. L’esperimento riesce e le dà la spinta per andare avanti a testa alta.
Quello dell’autrice è un viaggio introspettivo in cui mette a nudo le proprie emozioni coinvolgendo il lettore che entra nella storia insieme alle protagoniste.
Sì, perché in questo libro i personaggi sono tre, tre donne che si confidano, si consigliano, si raccontano e si sostengono. Si potrebbe dire che la struttura è quella di una narrazione giorno per giorno come avviene in un diario anche se non c’è quasi mai un vero riferimento temporale. Solo Teresa, una delle tre protagoniste, ha un giorno settimanale speciale, il martedì, il giorno in cui si spoglia dei suoi abiti abituali, e diventa sé stessa, senza inibizioni. Maria vive un amore di coppia fatto di affiatamento, con le sue piccole burrasche, ripicche ed i suoi inevitabili momenti in cui ci si ritrova più innamorati di prima.
Sono tre i personaggi, ma pur essendo Giovanna l’elemento portante, quello in cui si identifica l’autrice, le altre due, Maria e Teresa non sono di contorno, bensì vanno a costituire il completamento di Giovanna. In esse infatti sono racchiusi gli aspetti più intimi e anche più nascosti della personalità dell’autrice che attraverso i pensieri e le riflessioni delle tre donne racconta se stessa.
Simonetta Borghi utilizza una narrazione in cui non ci sono grandi eventi che la caratterizzano, ma un’ attenta analisi di emozioni: prende spunto dalla vita quotidiana e propone uno scorrere di vicende in parte tratte dalla realtà ed in parte romanzate.
L’autrice si mette a nudo lasciando fluire le proprie emozioni.
Forte e imponente il rapporto col figlio attraverso i pensieri e le vicende di Giovanna. Una riflessione sugli adolescenti che crescono e reclamano la definizione di della propria indipendenza dal grembo materno. In Giovanna questo avviene con gentilezza da parte della madre che impara a rispettare i gusti, le abitudini e il modo di trascorrere le giornate di studio e di svago, da parte del figlio che sostiene la madre nel suo percorso di rinascita come donna, non più solo madre.
Quella di Simonetta Borghi è una necessità di scrivere che trova spazio e forma in questa raccolta di racconti, piccoli pezzi di un puzzle, magistralmente legati da un filo forte e sottile, rappresentato dal legame delle tre amiche. Questo è ben disegnato e interpretato dal figlio di Simonetta, nel libro Simone, che pur sembrando scostante e a volte in conflitto con le idee materne, riesce appieno a cogliere il significato dell’opera letteraria di sua madre, tanto da essere l’artefice della copertina. Copertina che essenziale nei tratti ricalca in modo superbo il significato intrinseco del libro stesso.