La vigilia del Natale ha un forte valore simbolico per le persone credenti in quanto celebra la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme. La veglia notturna della vigilia ci conduce verso il mistero della nascita di Dio che si fa uomo ed entra nella storia dell’umanità. Per la Chiesa cattolica, il giorno della vigilia di Natale è l’ultimo giorno dell’avvento ed è anche l’ultimo dei nove giorni feriali della Novena di Natale. Nella celebrazione della veglia i fedeli si riuniscono per pregare dalla sera tardi, fino all’alba del giorno di Natale.
Ma come è cambiato il Natale attraverso il tempo?
Quando io ero bambina, nel periodo di Natale ricordo tanta neve e faceva molto freddo. Come in tutte le famiglie, la sera della vigilia ci si riuniva tutti insieme per il cenone. Vi era molta confusione perché si era in tanti ma era davvero una gran festa. Non c’era molto da mangiare ma ci si inventavano le pietanze mettendo insieme le poche risorse che ognuno aveva. Solo i bambini ricevevano qualche regalo ed erano solo cose fatte in casa come bambole di pezza, carrettini di legno. Vestiti cuciti a mano e così via. Nonostante la povertà si era tutti molto affiatati e ci si voleva un gran bene. Dopo il cenone si giocava a tombola e all’avvicinarsi della mezzanotte, quando le campane con il loro suono reso ovattato dalla neve suonavano a festa, tutti insieme si andava in chiesa. Tutto trasmetteva un senso di gioia nel silenzio della notte e la chiesa illuminata era un punto di riferimento anche per chi doveva percorrere un bel po’ di strada per raggiungerla. La gente assisteva con grande devozione alla messa di mezzanotte nonostante il freddo pungente.
Il giorno di Natale i bambini mettevano sotto il piatto dei genitori la letterina di Natale con gli auguri e i buoni propositi e i più piccoli recitavano la poesia. Era una sorpresa che veniva preparata alla scuola primaria o alla scuola dell’infanzia.
Il Natale di oggi invece è totalmente diverso: lo ritengo un Natale in crisi in quanto da un lato ci sono le guerre, la fame, la distruzione, dall’altro lato c’è consumismo, sperpero, benessere economico e tanta insoddisfazione. Mi chiedo perché tutto questo e perché non siamo più felici come una volta. Mi chiedo cosa trasmetteremo alle nuove generazioni se il nostro cuore è già abbastanza inaridito e non ci basta nulla di rutto ciò che abbiamo. Oggi il primo pensiero non è la nascita di Gesù, bensì: “cosa faccio a Natale? Cosa mangiamo a Natale, Cosa indosso a Natale?
Oggi, noto una tristezza generale negli occhi della gente, poca atmosfera natalizia per le strade e questo potrebbe essere perché ormai la vita è diventata dura e stressante e ciò comporta una perdita dei veri valori e sentimenti che dovrebbero essere la caratteristica di questo periodo. Si è persa anche la gioia di fare un regalo ad una persona cara o un gesto altruistico verso le persone che hanno bisogno di un sorriso. Eppure il Natale dovrebbe rappresentare un momento di gioia, di gratitudine, di rinascita e invece, la frase tanto famosa: “a Natale siamo tutti più buoni” è diventata un’utopia. Spesso mi chiedo come mai non esistono più valori educazione e sentimenti di altruismo che dovrebbero essere alla base di ogni essere umano e mi rendo conto che ciò è davvero grave.
Fortunatamente non è così per tutti.
Sono convinta comunque che ognuno di noi dovrebbe impegnarsi per migliorare soprattutto sé stesso per rendere questo mondo migliore per far capire ai propri figli il valore e l’importanza del Natale aiutando anche i meno fortunati. Solo con una attenta riflessione, si potrà forse sperare di tornare a vivere la magia del Natale come quella di un tempo.