Dolcemente l’immensità tocca la tua vita
Jane Hirshfield è una poetessa, saggista e traduttrice nata e cresciuta a New York City nel 1953. Ha conseguito la laurea presso la Princeton University nella prima classe di laurea della scuola a includere le donne e ha pubblicato il suo primo libro poco dopo, nel 1973. Hirshfield ha trascorso gli otto anni successivi concentrandosi sulla pratica spirituale al San Francisco Zen Center, dove ha ricevuto l’ordinazione laica in Soto Zen nel 1979.
Profondamente influenzata dalle tradizioni religiose sia orientali che occidentali, Hirshfield ha curato e tradotto diverse raccolte di poesie spirituali, tra cui The Ink Dark Moon: Poems by Ono no Komachi and Izumi Shikibu, Women of the Ancient Court of Japan (1990); Women in Praise of the Sacred: Forty-Three Centuries of Spiritual Poetry by Women (1994); Mirabai: Ecstatic Poems (2004); and The Heart of Haiku (2011).
La pluripremiata poetessa Jane Hirshfield è autrice di nove raccolte di poesie, tra cui Ledger (2020); The Beauty (2015), finalista del National Book Award; Come, Thief (2011), finalista del PEN USA Poetry Award; e Given Sugar, Given Salt (2001), finalista per il National Book Critics Award.
Nella lunga carriera artistica le sue raccolte poetiche ottengono altri numerosi riconoscimenti, tra cui il Poetry Center Book Award, il California Book Award e il Donald Hall-Jane Kenyon Prize in American Poetry. Nel 2004 la Academy of American Poets le attribuisce l’Academy Fellowship; nel 2006 After è finalista al T.S. Eliot Prize e guadagna il titolo di “Best Book” da «The Washington Post», «The San Francisco Chronicle» e dal «Financial Times». La silloge The Beauty, del 2015, viene selezionata per il National Book Award.
Sue poesie sono apparse in The New Yorker, The Atlantic, The New York Review of Books, The Times Literary Supplement, The Washington Post, The New York Times, New Republic, Harper’s Magazine, e Poetry, e sono state selezionate per dieci edizioni al The Best American Poetry.
Insegna, tra le altre, alla Stanford University e alla U.C. Berkeley. Risiede attualmente in California, dove prosegue l’attività di poetessa, traduttrice e autrice di saggi, pubblicati già nelle raccolte Nine Gates: Entering the Mind of Poetry (1997) e Ten Windows: How Great Poems Transform the World (2015). Nel 2019 viene eletta membro della American Academy of Arts & Sciences. Le sue opere sono tradotte in Polonia, Francia, Cina, Giappone; in Italia nel 2020 vengono pubblicate le sue traduzioni raccolte in Ogni felicità assediata dai leoni, a cura di Loredana Foresta e Andrea Sirotti per le Edizioni Elliot. In un’intervista ai Contemporary Authors, Hirshfield ha dichiarato:
“La poesia, per me, è uno strumento di indagine e una modalità di percezione, un modo per conoscere e sentire sé stessi e il mondo. Mi interessano le poesie che trovano una chiarezza senza la semplicità; un modo di pensare e di parlare che non escluda la complessità ma che allo stesso tempo non oscuri; le poesie che conoscono il mondo in molti modi contemporaneamente: attraverso cuore, mente, voce e corpo.”
La poetessa Rosanna Warren ha elogiato le poesie della Hirshfield per la loro “consapevolezza etica” e il linguaggio che “nella sua pulizia e trasparenza, pone enigmi di natura silenziosamente metafisica” mentre il premio Nobel Czesław Miłosz ha scritto della sua “profonda empatia per la sofferenza di tutti gli esseri viventi”.
Optimism
More and more I have come to admire resilience.
Not the simple resistance of a pillow, whose foam
returns over and over to the same shape, but the sinuous
tenacity of a tree: finding the light newly blocked on one side,
it turns in another. A blind intelligence, true.
But out of such persistence arose turtles, rivers,
mitochondria, figs—all this resinous, unretractable earth.
Ottimismo
Sempre di più ho imparato ad ammirare la resilienza.
Non la semplice resistenza di un cuscino, la cui imbottitura
torna di continuo nella sua forma, ma la sinuosa
tenacia di un albero che non appena trova la luce bloccata da un lato,
si gira dall’altro. Un’intelligenza cieca, è vero.
Ma da tale tenacia sono nati tartarughe, fiumi,
mitocondri, fichi – tutta questa resinosa, imperitura terra.
*
Speed and Perfection
How quickly the season of apricots is over—
a single night’s wind is enough.
I kneel on the ground, lifting one, then the next.
Eating those I can, before the bruises appear.
Velocità e perfezione
Come finisce presto la stagione delle albicocche —
è sufficiente una notte di vento.
Mi inginocchio a terra, sollevandone una, poi un’altra.
Mangiando quelle che posso, prima che compaiano le ammaccature.
*
The Song
The tree, cut down this morning,
is already chainsawed and quartered, stripped
of its branches, transported and stacked.
Not an instant too early, its girl slipped away.
She is singing now, a small figure
glimpsed in the surface of the pond.
As the wood, if taken too quickly, will sing
a little in the stove, still remembering her.
La canzone
L’albero, abbattuto questa mattina,
è già stato segato e sezionato, spogliato
dei suoi rami, trasportato e accatastato.
Appena in tempo, la sua fanciulla è sgusciata via.
Adesso sta cantando, una piccola figura
che si intravede nella superficie dello stagno.
Anche il legno, se preso troppo presto, canterà
un po’ nella stufa, ricordandola ancora.
*
Tin
I studied much and remembered little.
But the world is generous, it kept offering figs and cheeses.
Never mind that soon I’ll have to give it all back,
the world, the figs.
To be a train station of existence is no small matter.
It doesn’t need to be Grand Central or Haydarpaşa Station.
The engine shed could be low, windowed with coal dust
under a slat-shingled roof. It could be tin.
Another mystery bandaged with rivets and rubies.
Leaking cold and heat in both directions, as the earth does.
Lamiera
Ho studiato molto e ho ricordato poco.
Ma il mondo è generoso, continua a offrire fichi e formaggi.
Non importa se presto dovrò restituire tutto,
il mondo, i fichi.
Essere una stazione ferroviaria dell’esistenza non è cosa da poco.
Non è necessario essere la Grand Central o la stazione di Haydarpaşa.
Il deposito treni potrebbe essere basso, con finestre coperte di polvere di carbone
sotto un tetto a lamelle. Potrebbe essere di lamiera.
Un altro mistero fasciato di rivetti e rubini.
Perde freddo e caldo in entrambe le direzioni, come fa la terra.
*
Lighthouse
Its vision sweeps its one path
like an aged monk raking a garden,
his question long ago answered or moved on.
Far off, night-grazing horses,
breath scented with oatgrass and fennel,
step through it, disappear, step through it,
disappear.
Faro
La sua visione spazza il suo unico percorso
come un vecchio monaco che rastrella un giardino,
la sua domanda ha trovato risposta molto tempo fa o è passata.
Lontano cavalli al pascolo notturno,
l’alito profumato di avena e finocchio,
lo attraversano, scompaiono, lo attraversano,
scompaiono.
*
Tree
It is foolish
to let a young redwood
grow next to a house.
Even in this
one lifetime,
you will have to choose.
That great calm being,
this clutter of soup pots and books —
Already the first branch-tips brush at the window.
Softly, calmly, immensity taps at your life.
Albero
È sciocco
lasciare che una giovane sequoia
cresca vicino a una casa.
Perfino in questa unica vita,
dovrai scegliere.
Quel grande essere quieto,
questo disordine di casseruole e libri —
Ecco le punte di pennello dei rami alla finestra.
Dolcemente, pacatamente l’immensità tocca la tua vita.
*
(NO WIND, NO RAIN)
No wind, no rain,
the tree
just fell, as a piece of fruit does.
But no, not fruit. Not ripe.
Not fell.
It broke. It shattered.
One cone’s
addition of resinous cell-sap,
one small-bodied bird
arriving to tap for a beetle.
It shattered.
What word, what act,
was it we thought did not matter?
(NESSUN VENTO, NESSUNA PIOGGIA)
Nessun vento, nessuna pioggia,
l’albero
è semplicemente caduto, come fa un frutto.
Eppure no, nessun frutto. Non è maturo.
Non è caduto.
Si è rotto. Si è spezzato.
Un cono
aggiunto di linfa resinosa,
il piccolo corpo di un uccello
che si slancia a beccare un coleottero.
Si è spezzato.
Quale parola, quale atto,
pensavamo non importasse?
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Traduzioni di Valentina Meloni, testi tratti da:
– “Optimism” da Each happiness ringed by lions: selected poems (Newcastle, Uk Bloodaxe Books, 2005)
– “Speed and Perfection” da The eco poetry anthology. Trinity University Press San Antonio, Texas, 2013.
– “The song” da Of Gravity & Angels (Wesleyan University Press,1988)
– “Tin” da The New Yorker, September, 13, 2021 issue
-“Lighthouse” da After: Poems, (HarperCollins Publishers Inc, 2006)
– “Tree” da Given Sugar Given Salt (HarperCollins Publishers Inc, 2001)
– “(NO WIND, NO RAIN)” da Ledger (Knopf, marzo 2020)
Si ringrazia la Bloodaxe Books per la pubblicazione dei testi