«Affermo e ripeto, dovunque mi capiti, che la Poesia per vivere, anzi per sopravvivere, ha bisogno che si parli di lei, la Poesia. E io voglio farlo anche nelle occasioni in cui sono chiamato a parlare della mia Poesia, anche in questi momenti prevale in me la volontà e il bisogno di parlare di lei, la Poesia, di tutta la Poesia.»
Così scrive Rodolfo Vettorello nella prefazione della sua raccolta poetica “Insieme” che gode del contributo dei lettori in rete che hanno commentato ogni singola poesia. Di qui nasce il titolo a voler sottolineare che il libro è frutto della collaborazione con i lettori che in questo modo diventano essi stessi protagonisti insieme all’autore con il quale instaurano un dialogo sincero e spontaneo. Aggiunge così Vettorello “Con questa Raccolta devo rendere merito alla rete e ai vari siti social di offrire a me e a tutti gli autori, una visibilità vasta e motivata. Internet è un mezzo amato e vituperato, a volte, ma nella logica di “parlare di Poesia sempre e ovunque, basta che se ne parli”.
Visibilità che a volte costa cara se si pensa a chi indegnamente si è appropriato di un brano poetico dell’autore e immeritatamente ha ricevuto Premi prestigiosi per uno scritto “rubato” in rete. Vettorello lo ripropone nella raccolta e ironicamente commenta l’accaduto, sorridendo e affermando semplicemente “è importante che se ne faccia un buon uso e che la poesia sia riconosciuta come meritevole”. Parole di un vero gentiluomo d’altri tempi.
Rodolfo Vettorello è nato a Castelbaldo (Padova) l’11 settembre 1937, vive a Milano. Laureato in architettura al Politecnico di Milano ha lavorato come Architetto Progettista e Direttore di Lavori presso la Provincia di Milano e successivamente come libero professionista.
A partire dal 1955 ha raccolto e conservato materiale poetico personale e appunti poetici che ha sviluppato in seguito fino ai giorni nostri pubblicando numerosissime sillogi di cui ben 35 sono state pubblicate in seguito a Premi conseguiti in Concorsi Letterari di rilievo. Vettorello ha vinto il primo Concorso, il Milano Duomo Lions Club nel 2007 conquistando fino ad oggi il Primo Posto in 242 Concorsi Letterari di prestigio e ottenendo nove Premi alla Carriera. Candidato al Premio Nobel per la Letteratura nel 2020. Il suo prestigio viene riaffermato il 7 giugno 2020 con la nomina di Accademico di WikiPoesia e Presidente Onorario.
Premi e riconoscimenti che fanno di Rodolfo Vettorello un poeta contemporaneo di grande valore, un poeta che ha a cuore la Poesia e che attraverso i suoi libri invia chiaro un messaggio che è possibile leggere tra le pagine della raccolta “Insieme”: La Poesia deve cessare di essere genere elitario per diventare patrimonio di tutti. La Poesia non deve abitare i castelli inaccessibili dei circoli letterari e le confraternite degli addetti ai lavori. La Poesia deve trovare ospitalità ovunque.
Naturalmente l’autore parla della Poesia con la P maiuscola, quella che a pieno titolo si può riconoscere tale, quella che senza i paroloni sa arrivare al cuore di ciascuno. La buona Poesia alimenta altra Poesia. Nella prefazione l’autore sottolinea “Il confronto fa uscire dalla personale nicchia valoriale per affrontare la critica di amici o antagonisti. Ogni critica aiuta a crescere e nella grande arena di un social capita di incontrare fortunatamente delle autorevoli voci critiche che diventano riferimenti importanti per chi considera sempre e comunque valida ogni critica”.
In questo pensiero è racchiusa la motivazione della scelta che l’autore ha fatto in questo libro rendendolo unico nel suo genere, la scelta di inserire un breve pensiero introduttivo che non è una spiegazione quanto piuttosto una confidenza che Vettorello fa al lettore aprendo la propria anima e di far seguire la poesia da alcuni commenti scelti dal web. Perché è Insieme che si costruisce qualcosa di buono, pensa l’autore che insieme ai lettori ha voluto offrire una lettura meditata e profonda dei versi proposti. Le tematiche sono diverse. Si passa dalle riflessioni personali sul tempo che passa, a ciò che ci aspetta in futuro, alle emozioni legate all’amore, piuttosto che all’attenzione per gli eventi che caratterizzano il nostro tempo. Così si legge in una sua poesia.
“Poiché non mi basta la vita ..io scrivo Poesia
Non basta al mio cuore la vita che vivo,
io cerco parole di canto
Io, tutte le volte che avverto mancarmi
qualcosa che sia
di conforto alla vita,
mi metto al tavolo e scrivo Poesia.”
Non mancano neanche riflessioni sulla guerra e anche sulla morte che l’autore sente come qualcosa che lo sta aspettando sebbene lui abbia ancora tanto da dire.
Dice nell’introduzione alla poesia “Se muore il canto”: Il mio pensiero più insistente è quello di cercare ragioni per vivere e sognare e io sogno di poter continuare all’infinito a parlare e a scrivere con le parole della Poesia. E che il canto non abbia mai a finire. Così scrive il poeta.
Se muore il canto
Si torna a volte dove si è vissuto
per ritrovarsi, come se nei luoghi
si nascondesse il noi che si è perduto.
Identiche le cose in apparenza,
Identica la luce delle stelle
in certe notti che si dorme fuori.
Per quanto tempo resteranno intatti
di tanti oggetti i nitidi contorni.
Forse soltanto quanto la memoria
avrà la facoltà di trattenere.
Questo silenzio che mi tace dentro
scava deserti di parole quando
l’anima sogna solo di parlarti.
Vivo soltanto se non muore il canto.
Due poesie che segnano quanto sia importante per l’autore trovare la forza di riempire l’aria di parole di Poesia per dare un senso al proprio vivere quotidiano.
Un pensiero che abita il cuore del poeta è quello della Morte attaccato alla sua voglia prepotente di vivere e di esserci ancora. Lo si avverte leggendo alcuni versi della poesia “Se resto al buio”.
Chiudimi gli occhi dai,
che non mi veda
la dolce Morte che mi sta cercando.
Nascondimi nel buio, che non possa,
trovarmi dove sa che sto nascosto.
Non voglio cedere all’abbraccio,
ho tante, troppe cose da sbrigare.
Chiudimi gli occhi,
che se resto al buio,
forse la Morte non mi troverà.
E poi tante le poesie d’amore che corredano il libro, un amore dolce e sconfinato che penetra dentro e riscalda il cuore di chi legge.
Da “Come la luna lei, lontana e assente”
Perché tu mi possa parlare,
divento silenzio.
Che parlino solo gli sguardi, sull’orlo del cuore.
Ho colto silenzi nel varco di labbra socchiuse.
Colori di cielo e di mare, profumo di sale.
Se ride, il suo riso mi ride di dentro
e il cuore sobbalza al ricordo di quando
si è accorta di me come perso
nel pozzo degli occhi.
Perché tu mi possa parlare
divento silenzio.
Un’altra poesia d’amore che racconta quando l’amore è sogno e a volte solitudine.
Da “Sentieri di silenzi”
Mi giungerà da te, dai tuoi silenzi
non un dolore, non una ferita
ma un pallido sentore d’inquietudine.
Tu che non parli più
ed io che taccio..
Ed è così che andiamo, dignitosi,
a inerpicarci lungo solitudini
ed è così, per strade sconosciute
e per sentieri impervi di silenzi,
che ci guardiamo,
senza più vederci.
Scrive d’amore ma poiché non ama le poesie d’amore che ritiene siano un genere ormai relegato ai cantautori è spesso tentato di scrivere poesie d’amore dissonanti evitando di descrivere realtà scontate e melense. Ama invece parlare di delusione, sofferenza incomprensione o semplicemente di sogni d’amore, di fantasia, di nostalgia e di rimpianto.
Dalla poesia “Al semaforo”
Tu sei la coperta di Linus
che a notte mi avvolge e mi scalda.
Sei tenera quando mi parli di te
e così mi regali dei brevi pensieri segreti.
Funziona così, se al mattino,
ascolto parole che dici al telefono,
tu a casa che fai colazione ed io qui,
da dieci minuti così,
bloccato davanti a un semaforo in tilt.
Ed ecco che i grandi del passato tornano a far parlare di sé attraverso le parole del poeta che racconta com’è per lui il suo infinito rimandando il pensiero al grande Leopardi.
“Il mio infinito”
L’immaginato tempo era l’altrove
del giovane mio tratto d’esistenza,
poi sul tardi,
si apprende a fare scorta di passato
e a vivere un presente dilatato.
Di quello che verrà non c’è coscienza
perché la mente tende a cancellare,
del tempo che verrà le sue paure.
Per vivere un presente d’ore chiare
mi immagino di esistere per sempre;
progetto cose troppo in là da fare.
Non mi do cura di quello che verrà, così, se viene,
sarà un altrove nuovo da abitare.
Ci regala così un consolatorio piacevole infinito.
Nelle diverse liriche che compongono la raccolta non mancano richiami a Petrarca, Pascoli ed altri a testimonianza di quanto le letture restino nell’animo di chi legge e poi attraverso il proprio sentire scrive di suo pugno.
Ma c’è anche allegria in questa raccolta come dice la poesia “Allegria” perché Rodolfo Vettorello nelle sue poesie esprime tutto sé stesso, dalla malinconia, al rimpianto all’allegria.
Pochi versi per chiudere in allegria.
Ogni amore che nasce è allegria:
allegria è cantare alla vita,
è lo starsene insieme a godere
un ardente tramonto sul mare.
Se un amore finisce, è allegria!
Più di tutto è allegria forsennata
osservarti che fai le valige per partire lontano
con l’amico più caro che ho avuto.
L’euforia più sfrenata
è sapere che chi ci ha lasciato
piangerà della nostra allegria!
Allegria… allegria.. allegria!!
Allegria ironicamente parlando e scrivendo. Anche questo fa parte della raccolta “Insieme” di Rodolfo Vettorello.