Il passato è trascorso e il futuro non ci appartiene: recensione del libro di poesie “Tra l’essere e l’apparire” di Antonio Lera.
Antonio Lera, medico, scrittore, critico d’arte e letterario, candidato al Nobel per la Letteratura negli anni 2020 e 2021, fondatore e Presidente di AGAPE Accademia Caffè Letterari d’Italia e d’Europa, che hanno fatto tappa in alcuni dei più prestigiosi CAFFÈ E LOCALI STORICI d’Italia e d’Europa nonché fondatore di un Rotary Club, è una delle figure di spicco nel campo della cultura e letteratura contemporanea.
Secondo alcuni critici, Antonio Lera è dotato di capacità artistico-letterarie tanto elevate da poter essere accostato a nomi importanti dell’ambiente letterario italiano ed estero come Umberto Saba, Alda Merini García Lorca, e tanti altri.
La sua poetica senza dubbio risente della formazione medico-psicologica e si sviluppa intorno all’esigenza di trovare nuovi equilibri in un percorso di ricerca personale, che scava nel profondo lasciando emergere i lati più reconditi dell’animo umano.
Ed ecco che la passionalità e la musicalità dei suoi versi va ad esaltare la compostezza dei sentimenti, i valori fondanti del vivere quotidiano come il rispetto, la bellezza, la gentilezza.A partire dalla sua formazione medico-psicologica Lera riesce a delineare una prospettiva esistenziale dove si intuiscono percorsi narrativi e poetici che sono prima di tutto terapeutici.
Perché la poesia da sempre espressione creativa e comunicativa del sé è essenzialmente cura dell’anima. Il poeta attraverso l’arte della poesia riesce a dare corpo ad emozioni e stati d’animo. Lo fa indagando nella propria anima, scavando nel profondo, per poi restituire all’universo la luce e quindi la cura. Perciò la poesia di Lera può essere vista come impegno e ricerca di sé.
Il poeta si interroga in più direzioni e lo fa ponendo domande intorno alle maschere della quotidianità, quelle maschere che abilmente nascondono verità a volte molto scomode.
E mentre il poeta si muove alla ricerca del bene, consapevole di tutto il male che pervade l’animo umano, mette in evidenza lo spazio abissale tra l’aspirazione ad Essere e la necessità di Apparire. Da qui il titolo della raccolta, “Tra l’essere e l’apparire” (IlViandante edizioni, 2022) logica conseguenza della precedente silloge denominata “Il tempo e la bellezza”. Quella bellezza che va ricercata in ogni cosa e va goduta e custodita come un bene prezioso.
La ricerca della bellezza viene vista come una cosa positiva, in grado di redimere l’essere umano dalle sue colpe. Essa va ricercata nelle piccole cose di ogni giorno, bellezza da riscoprire e valorizzare assaporando il tempo di oggi che è il solo che abbiamo. Il passato è trascorso e il futuro non ci appartiene.
Il momento è adesso e in esso dobbiamo ricercare la bellezza consapevoli del tempo che passa (da “Il tempo e la bellezza”).
Il poeta Lera si chiede cosa fare se nulla è come appare. Forse è necessario andare alla ricerca di ciò che non appare per scoprire il bello e il brutto dell’universo donandolo all’umanità attraverso la parola scritta.
Ecco quindi che la poesia assume un valore terapeutico oltre che un valore sociale e socializzante dato dal fatto che il poeta nei suoi versi riesce a trasferire le proprie emozioni da un piano personale ad uno universale. La poesia diventa di tutti, ognuno può riconoscersi in essa e farla propria.Scrive Lera
“Se la vita è tutta un’illusione
compresa la nostra ricerca di amore
conta che questa Illusione
sia la più bella possibile almeno”.Se l’illusione domina le nostre vite, se è vero che facciamo di tutto nell’illusione di essere al centro del mondo, dobbiamo ricordiamoci che c’è sempre la possibilità della bellezza, perché solo la bellezza può in qualche modo arginare ed emarginare la dilagante volgarità, contrapponendosi al materialismo che offusca la mente.
Ma c’è ancora qualcosa che può far da barriera all’egoismo, la maleducazione e l’indifferenza e sono il Rispetto e la Gentilezza. Questi valori possono cambiare il mondo.
Dice Lera ne “Il Rispetto”Sono tante le cose che vorrei da te e da me
ma una mi piace più di tutte
il rispetto.
Ma non vorrei si sentisse troppo solo
e allora magari si potrebbe portare insieme
la gentilezza.
E sono certo che non si dispiaceranno
se ad accompagnarli
ci fosse anche un bel sorriso.Un invito alla comprensione, alla pazienza, al perdono tendendo sempre una mano verso l’altro, con compostezza e gentilezza.
Le sue opere, tradotte in spagnolo ed Inglese, rappresentano un universo di una enorme forza espressiva.
La sua poesia è stata infatti definita “luogo dell’anima”, essa cioè è un atto creativo attraverso il quale Antonio Lera esprime l’essenza di sé stesso, della propria anima ma allo stesso tempo parla all’anima dell’altro, quindi all’anima del mondo, facendo della sua poesia una poesia universale.
Antonio Lera afferma che una poesia si può dire veramente tale quando è l’unione perfetta tra forma e contenuto.
E proprio la coesistenza di questi due aspetti gli sono valsi accostamenti a grandi poeti : D’Annunzio quando si parla della forma e Pascoli quando si fa riferimento all’essenza quindi al contenuto.
Sempre in bilico tra l’Essere e l’Apparire come emerge anche da questa sua lirica dal titolo
“Oggi ho la barba lunga”“Esco allora
in tutte le strade del mondo
vado a vedere
il punto di vista solitario della strada
che gira intorno ai perché della vita
dove trovi a volte la giusta coincidenza
tra l’Essere e l’Apparire”Un viaggio, il suo, tra essere e apparire, introspezione e comunicazione, tra coscienza individuale e collettiva. E se il suo è un viaggio introspettivo durante il quale va alla ricerca di sé stesso allo stesso modo si pone con sguardo indagatore dell’animo umano per comprenderne le sfaccettature e le sfumature.
Per Antonio Lera la poesia è l’espressione dell’anima attraverso la parola, le immagini, i suoni evocati dalle parole stesse che diventa comunicazione e contaminazione.
Una poesia che quindi diventa universale.