Sessanta vittime fino ad oggi. Sessanta donne uccise da chi le amava. O per lo meno diceva di amarle. Sessanta femminicidi.
Durante la chiusura per l’emergenza sanitaria sono triplicati gli omicidi che hanno avuto come vittima una donna, arrivando a un femminicidio ogni due giorni. L’ambito di maggior pericolosità oggi è quello familiare, dove avvengono oltre la metà degli omicidi in Italia.
Negli 87 giorni di lockdown per l’emergenza coronavirus (9 marzo – 3 giugno 2020) sono stati 58 gli omicidi in ambito familiare-affettivo: ne sono state vittime 44 donne (il 75,9%) e in 14 casi gli uomini. Ciò significa che, durante il lockdown, ogni due giorni una donna è stata uccisa in famiglia.
Non solo: nei 279 giorni “normali” (cioè non di lockdown) gli omicidi di donne in ambito familiare-affettivo sono stati 60 (su un totale di 104 omicidi familiari-affettivi), cioè mediamente su base annua uno ogni sei giorni. Il lockdown, quindi, ha di fatto triplicato gli omicidi di donne.
Nell’assordante silenzio della politica, le cronache riportano sempre più spesso di donne costrette a pagare con la vita l’odio degli uomini.
Scrive Vittoria Franco ex presidente della Commissione cultura al Senato:
“Il problema nasce dentro una storia di supremazia maschile e sottomissione femminile. Il percorso di conquiste di spazi di libertà e autonomia delle donne non ha scalfito del tutto tale modo gerarchico di vivere la relazione come dominio, che considera la donna alla stregua di un oggetto di cui disporre secondo i propri desideri. Mentre le donne sono andate avanti e aspirano a nuove affermazioni di sé, alcuni uomini non sanno come reagire o meglio, reagiscono secondo i vecchi canoni: punire, fino a ucciderla, la donna che non sta al suo posto, che si sottrae alla volontà di dominio con gesti di autonomia dicendo no!
Questi uomini, per lo più giovani, che esprimono la loro fragilità con la violenza anche estrema, sono incapaci di elaborare il lutto dell’abbandono. È su ciò allora che bisogna lavorare, sull’educazione a una relazione come unione fra due soggetti liberi, basata sull’eguaglianza e sul rispetto reciproco e non sull’esercizio unilaterale del potere; educazione ai sentimenti, che vuol dire anche saper accettare un no. Questi uomini, per lo più giovani, che esprimono la loro fragilità con la violenza anche estrema, sono incapaci di elaborare il lutto dell’abbandono. È su ciò allora che bisogna lavorare, sull’educazione a una relazione come unione fra due soggetti liberi, basata sull’eguaglianza e sul rispetto reciproco e non sull’esercizio unilaterale del potere; educazione ai sentimenti, che vuol dire anche saper accettare un no.
È un problema degli uomini da affrontare insieme scrivendo un nuovo patto.” (1)
Molto è possibile fare per contrastare questo mondo di violenza e di morte in nome proprio di quell’amore che si invoca spesso a proposito e a sproposito. Molto si sta facendo ma non abbastanza.
Da parte nostra non possiamo far altro che dare voce, più voce possibile, a chi può raccontare perché c’era, perché sa, perché ha visto o ha fatto qualcosa in quella storia o per quella storia. E possiamo raccontare le emozioni.
Le parole sono fondamentali, sempre. Perché per capire, partecipare, vincere, si parte dalle parole. E allora che cosa di meglio se non le parole della poesia a cominciare da una forte emozione quella di una donna che dice : «Non svelo il nome del mio assassino – dice Pia quando incontra Dante in Purgatorio – Altrimenti vi ricorderete solo di lui e non di me».
Deh, quando tu sarai tornato al mondo,
e riposato de la lunga via?
seguitò ‘l terzo spirito al secondo,
ricordati di me che son la Pia;
Siena mi fè, disfecemi Maremma;
salsi colui che ‘nnanellata pria
risposando m’avea con la sua gemma”.
E poi tutte quelle poesie di cui ne riportiamo alcune di seguito che sono un muto canto all’amore quello che viene accusato, massacrato, vilipeso, distorto ma senza il quale non si può vivere. Ma quando l’amore tornerà ad essere cantato nella sua pienezza gioiosa, nelle sue altissime potenzialità che sono vita e non morte. Quando?
E così non ho mai saputo
…E così non ho mai saputo
dove piantasti il piede, la radice,
e di parlarti non mi è mai riuscito.
La lingua mi si attaccava al palato,
presa in trappola dal filo spinato.
—- —- —-
..Tutte le donne amano il fascista,
lo stivale in faccia, il brutale
cuore brutale di un bruto par tuo.
Nella foto che ho di te, papà,
…sei sempre l’uomo nero che
azzannò e squarciò in due il mio cuore rosso.
—- —- —-
C’è un palo nel tuo cuoraccio nero
e a quelli del paese non sei mai piaciuto.
Adesso ballano e ti pestano coi piedi.
Che eri tu l’hanno sempre saputo.
Papà, papà, bastardo, è finita.
Sylvia Plath
Non dirmi il tuo piacere
Non dirmi il tuo piacere muto vecchio
e continua a nasconderti per il mio sogno divino senza notte,
come un’ombra devota ed umida
mi consegno al tuo sterminio.
Sfondami aprimi salimi
vangami fino in fondo,
voglio succhiarti dentro di me
nella tana trappola felice.
I miei petali roventi mi frantumano
e godo scomunicata in ogni angolo.
Santa e prostituta
sorgente e fogna
uccido i tuoi figli proibiti
per ucciderti.
- (donna in analisi)
T’ha mai sfiorato
T’ha mai sfiorato il pensiero
che sono un animale
della tua stessa specie?
Non un’ostrica,
semmai la perla nera
sputata dal mollusco
in mezzo a questo mare.
Scoria da eliminare.
…. …. ….
Non sono un miraggio,
che hai visto all’orizzonte
del tuo deserto arso,
di sabbia tutta uguale.
Non sono un cervello
dall’anatomia particolare.
Circonvoluta come tutti,
anch’io a volte mi ci perdo.
Dov’eravamo rimasti?
La tua disattenzione
mi ha distratta.
—- —- —-
Un rinoceronte
mi ha caricata,
e io gli ho detto:
‘Grazie del passaggio’.
Mi ha fatto l’occhiolino.
Giovanna Zunica
La tua assenza
La tua assenza
giunge sempre a testa bassa…
… …
Forse ho esagerato un po’
la tua assenza non viene
è qui.
Fatima Na’ut
Quando
Quando se ne è andato
di lui mi è rimasto
solo me stessa.
Hoda Ablan
Piangere non bisogna
…Amante che forse non c’è nemmeno,
(si consuma un sospiro – e non c’è più!)
estraneo uomo;
caro uomo,
giaciglio-uomo,
per sempre uomo!
—- —- —-
Tosse delle nere lavanderie,
d’una pidocchiosa gelosia prurito,
grido che è tinto col sangue,
là dove amano e picchiano…
—- —- —-
L’amore è carne e sangue.
Fiore innaffiato del proprio sangue.
Voi credete che l’amore sia
discorrere davanti ad un tavolino?
…
Piangere non bisogna.
…Bevono non piangono.
Con sangue ardente
pagano – non piangono.
Le perle nel bicchiere
fondono – e il mondo
guidano – non piangono.
… …
Nelle compagnie erranti
muoiono, ma non piangono,
bruciano, ma non piangono.
Marina I. Cvetaeva
E’ sbocciato l’odio
…E questo corpo su cui cantasti
un giorno, forse, una canzone d’amore
è diventato una sfida e una prigione.
E’ sbocciato l’odio nel mio cuore
e lo coltivo come fosse un fiore.
E mi ripeto che questa non è vita
è un cadavere senza sepoltura
un incubo perverso e allucinante
l’inferno, senza averne colpa.
Maria Gisella Catuogno
Altri amori
Dicono che il primo amore sia il più importante.
Ciò è molto romantico
ma non è il mio caso.
…. …. ….
Il nostro unico incontro dopo anni:
la conversazione di due sedie
intorno a un freddo tavolino.
Altri amori
ancora respirano profondamente in me.
A questo manca il fiato anche per sospirare.
Eppure proprio così com’è,
è capace di ciò di cui quelli
non sono ancora capaci:
non ricordato,
neppure sognato,
mi familiarizza con la morte.
Wislawa Szymborska
Il tuo posto è là
…..perdonami la colpa sottile
il tuo livido mi fiorisce la pancia
fuori tempo l’arcobaleno dolente
non farlo non tornare non ho
nulla che possa piacerti
il tuo posto è là dove manca
la mia ombra dove non hai mani…
Narda Fattori
turistafrancese
turistafrancese
hai bevuto moltissimo e quindi ti posso scopare
ti metto contro il muro tanto anche io ho bevuto
e te lo metto dentro molto forte perché tanto non senti niente
l’alcol si usa anche per il mal di denti
per disinfettare gli orecchini prima di metterli
per accendere il fuoco alla svelta
viene il sangue vuol dire che ho rotto qualcosa
tipo la pelle la pancia
forse ho bucato un polmone
allora ti sgonfi
gli occhi ti vanno all’indietro le tette anche
e non sei più bella come prima e sporchi
quindi è meglio se ti lascio qui
e ti ritrovano domani mattina
quando il sangue ha finito
di farti i capelli come il legno
ti fanno una croce
che non ti stanno neanche bene
eri meglio prima
Alessandra Carnaroli
Scena di oridinario femminicidio
Se mi tocchi ancora Una
volta, urlo come una iena
che resuscita i pettegolezzi
di tutto il condominio.
Il tuo amore malato
mi ha massacrato
il viso.
La tua gelosia psicotica
ha avvenelato il latte
che stillava dal mio
seno.
Ora tira fuori il coltello
e falla finita.
Basta che i miei tuoi figli
non vivano nascosti
sotto il letto, come topi
atterriti dal gatto nero
dei loro incubi.
Ed ora a…Dio.
Niente applausi, per favore.
Fiammetta Lucattini
Delitto in interno familiare
Lui
disse a lei
spegni la tivù
non ne posso più
No non la spengo
rispose lei
son fisime le tue
e lui
le spense tutte e due.
Stefano Benni (2)
Il giorno 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne, non è stato scelto a caso tra i 365 che compongono l’anno. Perché il 25 novembre è un giorno cruciale .Era il 25 novembre del 1960 quando i corpi delle tre sorelle Mirabal – Patria, Minerva e Maria – furono ritrovati in fondo a un precipizio. Addosso i segni evidenti della tortura.. Erano state catturate in un’imboscata dagli agenti dei servizi segreti del dittatore Rafael Leònidas Trujillo, che per più di trent’anni ha governato la Repubblica Dominicana. Le donne, brutalmente uccise mentre stavano andando a trovare i loro mariti in carcere, erano coinvolte in prima persona nella resistenza contro il regime. Il loro nome in codice era Las Mariposas L’omicidio de “Le farfalle” ha scatenato una dura reazione popolare che ha portato nel 1961 all’uccisione di Trujillo e quindi alla fine della dittatura. La data è stata commemorata per la prima volta durante il primo incontro Internazionale Femminista , che si è svolto a Bogotà, in Colombia, nel 1980. Da lì, il 25 novembre ha iniziato ad assumere un valore sempre più simbolico. (3)
“Le fonti attualmente esistenti sono fonti plurime, frammentarie, carenti e perfino non definite univocamente. Le fonti di tipo amministrativo, in ambito sanitario, giuridico, sociale, non sono ancora adeguate”, ha spiegato la Direttrice dell’Istat Linda Laura Sabbadini, parlando nel 2019 davanti alla commissione parlamentare sui femminicidi.
Dalla relazione finale della commissione parlamentare del 2017 emergono alcune tendenze. La violenza contro le donne tra il 2006 e il 2014 è diminuita: in cinque anni l’incidenza della violenza è passata dal 17,1 per cento all’11,9 per cento nel caso di ex partner, dal 5,3 per cento al 2,4 per cento nel caso di partner attuale e dal 26,5 per cento al 22 per cento di sconosciuti. In realtà sono in calo le forme meno gravi della violenza.
Ma accanto a questo andamento positivo ne emergono altri due negativi: la diminuzione generale degli episodi violenti non arriva a intaccare la violenza nelle sue forme più gravi (stupri, tentati stupri e femminicidi) e, inoltre, aumenta la gravità delle violenze subite. Infatti risulta che le aggressioni che hanno causato ferite aumentano addirittura dal 26,3 per cento al 40,2 per cento (se commesse da partner). Il numero di donne che hanno temuto per la propria vita raddoppia, passando dal 18,8 per cento del 2006 al 34,5 per cento del 2014. “ (4)
“Emerge una maggiore consapevolezza delle donne nei confronti del fenomeno. Il fatto che diminuisca la violenza meno grave, soprattutto tra le giovani, può voler dire che le donne riescono a interrompere la relazione prima che si avvii l’escalation”, ha spiegato Sabbadini. “Però, maggiore consapevolezza e ricerca di autonomia e libertà femminile possono aver scatenato una reazione maschile più aggressiva da parte di quegli uomini con un comportamento ispirato a desiderio di dominio e di possesso”, sottolinea l’esperta. In molti uomini intervistati dall’Istat resiste una cultura radicata della violenza: “L’8,7 per cento dei giovani maschi ritiene accettabile rinchiudere la donna in casa o controllarla nelle sue uscite e telefonate, il 9,2 per cento ritiene che in alcune circostanze sia accettabile qualsiasi imposizione di coinvolgimento in rapporti sessuali senza consenso, dentro e fuori la coppia”.
l 13 gennaio 2020 il gruppo di esperti del Consiglio d’Europa per la lotta contro la violenza nei confronti delle donne (Grevio) ha pubblicato il primo rapporto di valutazione sull’attuazione della convenzione di Istanbul in Italia. Nello studio il gruppo esorta le autorità italiane ad adottare misure più efficaci per proteggere le donne dalla violenza, pur accogliendo con favore l’adozione di nuove leggi innovative da parte del paese in particolare in materia di stalking, congedi speciali retribuiti per le lavoratrici vittime di violenza di genere e sostegno agli orfani delle vittime. Il rapporto indica, tuttavia, che molto resta ancora da fare.
(1) https://www.huffingtonpost.it/vittoria-franco/femminicidi-donne-violenza-_b_10372744.html
(2)Bibliografia
Ablan, H. (2007) in Non ho peccato abbastanza Mondadori Milano
Carnaroli, A. (2011) da Femminimondo Polìmata Roma
Catuogno, M. G. da Un sussulto
Cvetaeva, M. (1988) Dopo la Russia e altri versi Mondadori Milano
Fattori, N, da Femminicidio
Na’ut, F. (2007) in Non ho peccato abbastanza Mondadori Milano
Plath, S. (2013) da Papà in Tutte le poesie.. Mondadori Milano
Szymborska, W. (2009) da Il primo amore in La gioia di scrivere Adelphi Milano
Zunica, G. (2008) da Scorie ed Animalia in Stati fluidi
(3)https://www.osservatoriodiritti.it/2018/11/23/violenza-sulle-donne-giornata-contro/
(4) https://www.internazionale.it/notizie/annalisa-camilli/2020/07/16/femminicidio-italia-leggi-protezione-donne