Caviardage nella Poesia

di Yuleisy Cruz Lezcano

La poesia, come forma d’espressione artistica, è stata sempre un potente strumento per affrontare temi complessi e difficili, soprattutto quelli legati alla realtà sociale e alle problematiche che spesso vengono ignorate o stigmatizzate. Tra le tecniche emergenti per trattare questi temi in modo efficace e trasformare il negativo in positivo, spicca il “caviardage”. Questo approccio innovativo si propone di utilizzare la poesia come veicolo di consapevolezza, riflessione e cambiamento. Questa tecnica creativa usata in poesia permette di trasformare un testo già esistente in una nuova opera, cancellando o “coprendo” parole per lasciare solo quelle che vogliamo evidenziare. Il risultato è una sorta di poesia “ritrovata” od “oculata”. È un’attività molto interessante da proporre alle scuole medie perché stimola la creatività, l’interpretazione dei testi e la riflessione sul linguaggio. Nel contesto della poesia sociale ed educativa, rappresenta un metodo che integra la riflessione critica, la rielaborazione creativa e la trasformazione dei sentimenti negativi attraverso il linguaggio poetico. Il “caviardage” si basa sull’idea che la scrittura possa diventare uno strumento di empowerment, in grado di invertire i concetti negativi e difficili in messaggi positivi di speranza, cambiamento e crescita personale.


In questo contesto, “caviardage” si lega dunque all’idea di manipolare un testo esistente, generalmente attraverso l’eliminazione di parole, frasi o concetti ritenuti non rilevanti o sensibili. In questo modo, il risultato finale è una composizione che può acquisire una nuova identità, un significato diverso o un’espressione creativa che emerge dall’atto di “trasformare” il testo originale.
La tecnica è spesso utilizzata nella poesia visiva o nell’arte concettuale e può essere vista come un atto di resistenza, riappropriazione o reinterpretazione dei contenuti testuali, riflettendo su come il significato possa essere manipolato e cambiato. Sembra indicare un processo di “entrata” o “rifugio” nella parola, dove l’individuo esplora le proprie difficoltà attraverso la poesia e trova un modo per “riscrivere” la propria esperienza in un linguaggio che possa cambiare la percezione del negativo, trasformandolo in positivo. Questa etimologia suggerisce che il caviardage non è solo un metodo di scrittura, ma un percorso interiore che utilizza il potere evocativo della poesia per penetrare la realtà del dolore sociale e riarticolare l’esperienza in un modo che possa generare cambiamento.
Dal punto di vista sociologico, l’uso del caviardage nella poesia sociale può essere visto come una forma di resistenza culturale. La poesia, in quanto arte, ha sempre avuto la capacità di fungere da specchio per la società, rivelando le contraddizioni e le ingiustizie che la caratterizzano. Tuttavia, mentre la poesia tradizionale tende a denunciare il disagio sociale o a raccontare storie di sofferenza, il caviardage va oltre, proponendo una forma di “trasformazione” del dolore e della difficoltà.


La riflessione su questi temi offre la possibilità di “reinventare” il negativo. Il caviardage, attraverso la scrittura poetica, diventa così uno strumento di “resistenza emotiva”, permettendo agli individui di uscire dalla condizione di subalternità sociale e psicologica e di ricreare sé stessi in un contesto positivo e proattivo. Inoltre, la scrittura poetica utilizzata nel caviardage ha una funzione catartica che permette di elaborare e superare traumi legati a disuguaglianze sociali, problemi familiari o esperienze di marginalizzazione. In questo modo, la poesia diventa uno strumento di recupero della dignità, non solo personale, ma anche collettiva.
Anche se il concetto di caviardage non è ampiamente formalizzato, la mia poesia che denuncia la violenza sulle donne è stata oggetto di studio, tramite l’utilizzo di questa tecnica. Ed è per questo motivo che provo una profonda gratitudine verso le insegnanti della scuola Carducci Paolino di Cerignola in Puglia, che hanno usato questa tecnica con gli studenti delle medie per trasformare il mio ultimo libro dal titolo «Di un’altra voce sarà la paura» in un laboratorio didattico trasformativo.


In questo ultimo libro ho esplorato temi di violenza, guerra, migrazione, identità e trauma, esprimendo la sofferenza in modo che non sembri mai un punto di arrivo, ma un punto di transizione verso una forma di resilienza e questo filo è stato colto dalle insegnanti, che hanno guidato la classe. In questa esperienza il caviardage è stato applicato con successo come metodo educativo per aiutare gli studenti a esplorare e affrontare il tema del trauma, della violenza e delle relazioni. Questo ha rappresentato un esempio pratico. Infatti gli studenti hanno selezionato alcune poesie del mio libro, poi hanno cancellato le frasi negative e riscritto o lasciato le frasi in una nuova versione positiva. Invece di limitarsi a descrivere il problema violenza sulle donne, gli studenti sono stati incoraggiati a riflettere su come le parole possano trasformare quella situazione, offrendo una visione positiva, un punto di vista che conduca alla comprensione e alla crescita. In sostanza, il “caviardage” ha permesso agli studenti di riflettere sulle proprie difficoltà sociali, emozionali o psicologiche, di trasformare il punto di partenza doloroso in una visione positiva e costruttiva, dapprima scegliendo il testo, tramite la lettura, poi nascondendo le parti del testo con connotazioni negative, così da formare nuovi versi inseriti in una nuova unità di senso.
Il lavoro dapprima individuale, è stato alla fine condiviso. Gli studenti hanno poi creato un’unica poesia di gruppo, e molti hanno accompagnato le parole con disegni. Sono poi intervenuta nella discussione finale di classe e ho potuto cogliere il cambiamento del mio testo poetico. Questa esperienza oltre stimolare delle riflessioni sulla plasticità del linguaggio, è servito per riflettere sulla capacità trasformativa della comunicazione positiva, dei significati delle parole.
Il caviardage può essere utilizzato come metodo educativo per affrontare tematiche sociali complesse e, al tempo stesso, offre esercizi pratici per integrare questa tecnica nei programmi scolastici. L’approccio presentato nel libro è stato sperimentato con successo in diverse scuole medie, dove ha aiutato i ragazzi a superare situazioni difficili e a esprimere sé stessi attraverso la poesia. Questo è un esempio di come la scrittura possa diventare uno strumento di empowerment, in grado di invertire i concetti negativi e difficili in messaggi positivi di speranza, cambiamento e crescita personale. Infatti, la scrittura poetica ha offerto uno spazio sicuro ai ragazzi per esplorare le proprie emozioni e le difficoltà, ma, soprattutto, ha permesso loro di riformulare queste esperienze in una forma, non solo rielaborandole, ma trasformandole in forza e motivazione. Mi auguro che questa esperienza sia realizzata anche in altre scuole italiane e non solo. Vedere come questo metodo sia stato sperimentato con successo, aiutando i ragazzi a esprimere sé stessi attraverso la poesia, mi dà nuova fiducia nel cambiamento. Affrontare situazioni di disagio e trasformarle in espressioni artistiche ha il potenziale di cambiare l’esperienza individuale e collettiva in un potente strumento.
Per gli insegnanti delle scuole medie, il caviardage rappresenta una tecnica utile non solo per sviluppare le competenze poetiche degli studenti, ma anche per aiutarli a confrontarsi con temi sociali importanti in un ambiente protetto. I giovani sono invitati a scrivere poesie che partano da esperienze personali o collettive e a riflettere su come il linguaggio poetico possa essere una via per superare le difficoltà e portare alla consapevolezza del proprio potenziale. Il risultato finale è una classe che non solo ha sviluppato abilità letterarie, ma ha imparato, anche, a pensare in modo positivo e creativo, affrontando il negativo con spirito costruttivo. Questo perché piuttosto che fermarsi sulla descrizione del problema, gli studenti sono stati incoraggiati a immaginare una soluzione, una via di uscita, o un cambiamento positivo. Quella che inizialmente potrebbe sembrare una storia triste o problematica, descritta nel mio libro, è diventata così una storia di speranza e resilienza. Accanto alla scrittura, gli studenti hanno creato (come si vede nelle foto allegate) disegni che accompagnano e rafforzano la trasformazione delle parole. Questi disegni hanno incluso anche cancellature, immagini di crescita, simboli di speranza, o rappresentazioni di ciò che desiderano realizzare. La combinazione di parole e immagini offre una forma completa di espressione e consente agli studenti di esplorare visivamente e creativamente i loro sentimenti.

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