11 novembre, San Martino

In molti paesi italiani, l’11 Novembre si festeggia San Martino. E’ un’importante ricorrenza che unisce la liturgia cristiana alla tradizione contadina legata all’apertura delle botti del vino novello e ai piaceri della buona tavola.
Anche Giosuè Carducci si ispirò alla ricorrenza di questa festa per comporre una delle poesie più celebri intitolata proprio: “San Martino”.
Ma chi era San Martino?


Martino fu un vescovo cristiano che visse nel IV° secolo dopo Cristo. Nacque in Pannonia che allora era una regione dell’impero romano che corrisponde attualmente a una parte dell’Ungheria. Era figlio di un veterano di guerra e suo padre lo convinse ad arruolarsi come soldato scelto.
Come membro dell’esercito romano, Martino venne mandato in Gallia e lì avvenne il fatto che tutti conoscono. Secondo la tradizione infatti, durante una ronda a cavallo, Martino notò un mendicante che tremava dal gran freddo. Lui ne ebbe pietà e tagliò il suo bel mantello a metà usando la spada e lo condivise con l’uomo povero. Quella stessa notte gli apparve in sogno Gesù e dopo quell’episodio, Martino che non era battezzato, intraprese il cammino della fede e divenne un cristiano a tutti gli effetti.
Dopo vent’anni lasciò l’esercito per dedicarsi alla vita monastica.
Martino viaggiò in lungo e in largo per convertire i pagani e far comprendere l’importanza del culto cattolico.
La festa di San martino simboleggia la preparazione di un cammino verso la luce interiore del Natale.
La ricorrenza di San Martino si festeggia in tante nazioni europee come la Croazia, l’Estonia, la Polonia, la Svizzera, il Belgio e naturalmente anche in Italia.
Nel nostro paese le tradizioni alimentari sono davvero tante: A tal proposito ricordo la pagnotta di San Martino, dolce tipico della Romagna; il maiale alla brace con vino e caldarroste nelle marche, la pizza coi quattrini tipica di alcune zone dell’Abruzzo; le famose pittule del Salento; in Sicilia il viscottu inzuppato nel vino; i papassinus della Sardegna; il San Martino di pasta frolla tipico di Venezia e chi più ne ha più ne metta.
E in poesia?
Tante davvero le poesie per adulti e le filastrocche per bambini.

San Martino di Giosuè Carducci
La nebbia agli irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;

 

Ma per le vie del borgo
Dal ribollir dei tini
Va l’aspro odor dei vini
L’animo a rallegrar.

Gira sui ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Sull’uscio a rimirar

Tra le rossastre nubi
Stormi di uccelli neri,
Com’esuli pensieri,
Nel vespero migrar.

DAL MIO LIBRO “COLORANDO UN’EMOZIONE”

L’uva
Stamattina il contadino
Presto presto si è svegliato
E tra i pampini dorati
Tanti grappoli ha tagliato.

Li ha schiacciati per benino
Nella grossa pigiatrice
Ed il mosto, dentro il tino,
Cosa fa, Chi me lo dice?

“Bolle il mosto, giorno e notte,
Poi riempie una gran botte:
Si trasforma in un buon vino
E si stappa a San Martino:”

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