“88 frequenze” e la fatica di essere donna

Domenica 24 novembre è andato in scena, al Castello Orsini di Avezzano, lo spettacolo “88 frequenze“, drammaturgia di Eliana Rotella, regia di Giulia Sangiorgio e con protagonista una splendida Antonella Carone. L’evento è stato organizzato dalla Commissione per le pari opportunità del Comune di Avezzano in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulla donna.

Antonella Carone, in un monologo di 60 minuti, racconta in modo vivo e appassionato la storia di Hedy Lamarr che, nata a Vienna e d’origine ebrea, dopo l’esordio nel cinema austriaco nei primi anni ’30, recitò nel film “Estasi” interpretando anche una scena di nudo integrale.

Durante il nazismo fuggì negli Stati Uniti: pesante era per lei la sua origine e un marchio indelebile la sua perfomance senza veli. Divenne attrice di Hollywood, l’attrice più bella, “la donna più bella del mondo“, ma, appunto, era DONNA, bella e geniale, troppo geniale e troppo bella per essere accettata e presa in considerazione dalla comunità scientifica dell’epoca.

Così, quando, per contribuire alla lotta contro Hitler,  presentò il suo progetto di guida a distanza per i siluri, sistema che è la base per le moderne comunicazioni WiFi e bluetooth, le dissero, senza troppi riguardi, di pensare a fare l’attrice.

Carone, in “88 frequenze”, con una interpretazione intensa, ma senza orpelli sentimentalistici, ha portato il pubblico a immedesimarsi in Hedy, non solo nell’attrice, non solo nell’inventrice rifiutata e messa all’angolo, ma nella donna che cerca disperatamente chi è, la sua essenza e la sua… definizione e spesso, troppo spesso, cerca le sue risposte nelle risposte che le danno gli altri.

Ma gli altri non la conoscono e allora, proprio perché sfugge loro la sua più intima identità, il senso più profondo del suo essere , la feriscono, la colpiscono, la annientano, la denudano spogliandola, non dei vestiti, ma del suo io più autentico e della sua stessa libertà.

Antonella Carone si commuove sul palco, perché quelle 88 frequenze entrano in vibrazione e risonanza con le frequenze di chiunque la ascolti, in una combinazione infinita di emozioni e riflessioni;  perché sa che non sta raccontando “solo” la storia di Hedy Lamarr – che, peraltro- già basterebbe per far capire i danni del patriarcato- ma anche la sua storia e la storia di ogni donna che ancora oggi deve combattere per affermare sé stessa e alla quale, a volte, non resta altro, davanti al sopruso, che sorridere e andare avanti, proprio come Lamarr ha fatto per tutta la sua vita.

Era ora” rispose Hedy quando in tarda età -aveva 84 anni- le riconobbero la “maternità” del brevetto. E ogni donna, insieme a lei, non vede l’ora di poter dire “era ora” quando, finalmente, ma sempre troppo tardi, ad ognuna sarà riconosciuto, semplicemente, il diritto di “ESSERE”.

Di seguito l’intervista ad Antonella Carone che ringraziamo per la sua disponibilità e per la sua capacità di trasmettere emozioni.

Antonella Carone, classe 1988, divide la sua carriera tra teatro e cinema. Consegue la laurea triennale in Lettere e la magistrale in Editoria e Scrittura.

Intraprende, parallelamente, la formazione da attrice con Dario Fo, Franca Rame e Jacopo Fo presso la libera Università di Alcatraz.

Nel 2011 ha conseguito un Master in Critica Giornalistica presso l’Accademia Nazionale “Silvio D’Amico“.

Ha collaborato come attrice protagonista con la Fondazione Lirica “Teatro Petruzzelli” di Bari in produzioni e riallestimenti di opere liriche dedicate al giovane pubblico.

Nel 2023 fonda, insieme ai colleghi Loris Leoci e Tony Marzolla, la compagnia UNO&Trio con la quale produce e interpreta diversi spettacoli, tra i quali “88 frequenze”.

Al cinema è nota al grande pubblico per la sua partecipazione nel ruolo di “Perfidia” nella saga cinematografica dei “Me contro Te“, per la quale ha ricevuto,  insieme al resto del cast, il David di Donatello dello Spettatore nel 2022.

Ha lavorato in altre produzioni cinematografiche sia in veste di protagonista che co-protagonista. Tra queste si ricordano “Spaccapietre” dei fratelli De Serio o i più recenti “Stolen Moments” di Stefano Landini  con Pupi Avati e “MalAmore“, della regista Francesca Schirru , in uscita nel 2024.

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